IL 26 GENNAIO 1994, “IRROMPE” SILVIO BERLUSCONI – QUEL CHE NON DICONO GLI ALTRI, VE LO DICIAMO NOI…LEGGICI!


IL 26 GENNAIO 1994, “IRROMPE” SILVIO BERLUSCONI – QUEL CHE NON DICONO GLI ALTRI, VE LO DICIAMO NOI…LEGGICI !

Associazione Azimut  –  Tuesday, January 14, 2014

 [ “AZIMUT-NEWSLETTER” : MERCOLEDI’ – 15 GENNAIO 2014 ]
download  Porcellum, la Consulta: le Camere sono legittime
S E N Z A    P A R O L E    !

[ dalla biografia ] : Ingresso in politica di Silvio Berlusconi

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

<< ( . . . ) L’ingresso in politica di Silvio Berlusconi, noto anche come « discesa in campo » […], avvenne il 26 gennaio 1994, e fu reso noto attraverso un messaggio televisivo preregistrato dello stesso Berlusconi, della durata di 9 minuti, inviato a tutti i telegiornali. Tuttavia Berlusconi lavorava a questo passo fin dall’estate 1992 ed era parte del dibattito politico fin dal luglio1993 […] […] […].

Ad appena due mesi dall’annuncio, alla guida di Forza Italia, Berlusconi vinse le elezioni politiche del 27 e 28 marzo 1994. L’espressione “discesa in campo” fa riferimento ad analoghe espressioni idiomatiche della lingua italiana relative a metafore tradizionalmente belliche (campo di battaglia) e recentemente calcistiche come “entrare in campo” ed “entrata in campo”.

Le motivazioni di questa scelta, la tipologia di campagna elettorale, e le ragioni di questa fulminea vittoria sono in Italia motivo di ampio dibattito fin dagli inizi. ( . . . ) >>

[ LINK ]
[ REPLICA : INTERVENTO – ULTIMO – PRESIDENTE DI “AZIMUT” ]
 IL VENTENNALE DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI…..
 [ L’EDITORIALE ]
vuono
SENZA CHIEDERE PERMESSO
CONSIDERANDO E RICONSIDERANDO
Arturo Stenio Vuono *
AL VISITATORE E AL LETTORE
  Con tutte queste articolazioni partitiche, che muoiono e resuscitano, e movimenti che nascono e si sciolgono – e ricompaiono ( per un futuro imprevedibile ) – , che si premono l’uno all’altro, capite a mezzo come sono ( nella mente dei cittadini – che siano, poi, elettori oppure no – ), quali sono le idee di base accettabili e quali le prospettive che ne derivano ?
    In tal guisa lo chiediamo a noi, e agli Altri, da almeno quattro lustri, lungo il cammino – ancora  a mezza strada – fra un passato ch’è piuttosto recente e tutto quel che, ancora ci attende.
    Ebbene, tale problematica si è posta – sopratutto – per noi stessi.
    Posto che, come un giorno si potrà scrivere, il << berlusconismo >> è stato, ed è, il fulcro al quale ruota, non una sola generazione, oggi – rinnovandoci la domanda – quale strada scegliere tra pre-berlusconismo, berlusconismo, antiberlusconismo e, forse, postberlusconismo ? Quali idee di base accettare attorno al quale far ruotare le nostre considerazioni politiche e – specificatamente, per quanto attiene al tema che ci proponiamo di trattare – le nostre esigenze di eventuale revisione o del possibile rinnovamento ?
    Il nostro senso della storia – dato che guardiamo sì in avanti ma a quel che, a tutt’oggi, è già scritto ( che è e non vuole essere storicismo ) – , il nostro impegno di modesti militanti politici e non di storiografi ci portano a fare due considerazioni pregiudiziali : la realtà politica italiana, realtà insopprimibile, è la realtà del pre-berlusconismo, è la realtà dell’antiberlusconismo, è la realtà del berlusconismo, è la realtà del postberlusconismo (ma, come si vede, Silvio Berlusconi sempre in campo ); di tale ebollizione politica – e sociale -, debbono essere rintracciati i motivi di fondo ( il permanente ) attorno al quale risolvere i problemi del nostro tempo.
    Sulla base di tali premesse cercheremo di enucleare le idee di architrave ( ma non certo con la pretesa d’una << ideologia >> ) e le prospettive di politica che, a nostro avviso, ne derivano. E per far questo, ecco il richiamo alla nostra memoria di dati che che ci interessano; e tornare a considerare – anche da altri punti di vista – tali dati : ma per giungere a conclusioni in sintonia con le necessità del tempo che viviamo.
    Le tematiche della << partitocrazia disunificante >> e del vuoto per il mancato approdo ad una << nazione comune >> ; il pasticcio ingannevole del binomio – antagonista di berlusconismo e antiberlusconismo; la proiezione – oltre tali schemi – di questi ultimi venti anni : ecco a che cosa riteniamo utile porre attenzione.
    E’ noto come per << berlusconismo >> si intenda il fatto ( un domani, storico ) di quel “movimento liberale di massa” , di quel movimento tipico degli anni novanta legato all’implodere di parte del << sistema >> , per effetto di colpi della cosiddetta << tangentopoli >> ( oggi, più che mai, in odore di parzialità che, oggettivamente, risparmiò e salvaguardò i post[?]comunisti ); e dall’offrirsi – in sostituzione delle decapitate, in parte, << forme partito >> – una nuova alternativa di riferimento per gli “elettori orfani” ( e non solo ). Si incrociò, meglio in tutto il centrosud, con l’ex-Msi pulito e indenne, con l’insorgente, estraneo alla “tempesta”, il  << leghismo del nord >>.  Tale movimento – che fa perno, a tutt’oggi, su Silvio Berlusconi – resta ancora, rifondato o meno, l’identico strumento ( ancora idoneo e opposto alle direttive, in essere, di “mannaie a senso unico”  : << mani pulite >> docet) ; e implica una fisiologica antitesi di interessi tra i sempre “okkupanti” lo Stato e i ceti – i più diversi – che ne volevano, da sempre, e ne vogliono una liberazione. Ovvietà, tutte ovvietà , si potrebbe dire; e tutto giusto se non fosse che, da parte dell’egemonismo culturale-politico gramsciano, il negazionismo – in materia – è sempre vivo e vegeto.Nonostante ogni, e qualsiasi, evidenza.
    La struttura dello Stato, per “ibernazione”, produce – inevitabilmente – l’antitesi delle opzioni in campo ( altre non sono che contingenze, come meteore, destinate – checchè se ne dica – a non incidere ): solo tra la categoria politica della “dannazione immobile” e quella, per l’appunto, chiamiamola pure – per comodità – di “marca berlusconiana”, della ricerca d’una << vificazione innovativa >> .
    A ogni modo, come ben si vide, Forza Italia si etichettò – in brevissimo tempo – come un genuino, e autentico, movimento popolare e, pure, per reazione giusta ( cioè sui “giusti binari” ), alle corruttele – che esistevano – ma dei << potentati in ombra >> che ne avevano rovesciato, interamente, la colpa sui partiti solo subalterni; e per, poi, saldarsi, in alleanze, con la Destra e con la Lega – inizialmente tentate dall’indotto, e fuorviante, generale “clima forcaiolo” – e che potevano, separatamente, nelle rispettive zone d’influenza ( il bacino meridionale e quello a nord della penisola ), ergersi a << primo partito >> ma, questo il paradosso, per il subentrato e nuovo metodo elettorale, consegnando il governo centrale del paese a una sinistra minoritaria. Tutto ciò, fuori da ogni leggenda metropolitana, di altre interpretazioni che – volendo usare termini impropri e sgradevoli – fanno passare il fenomeno di F.I.( come per presunta correità con ambienti “eversivi” e “mafiosi” ) ,e in  quanto agli alleati, come sopracitati, per << sdoganamento >> e per << normalizzazione >>. E’ vero che tali forze, rispetto all’ << originario >>, si mossero – rispettivamente – in “evoluzione” e in “costituzionalizzazione” ma quel che furono detti gli << strappi >> , in verità, erano considerati – dalle basi militanti – il mezzo e non il fine; e tant’è che, nel tempo, i vertici – che se discostarono per il credere diversamente – hanno portato e alla “diaspora della destra”, e alla “padana dispersione”. Ma dalle tre direzioni, nonostante tutto, risulta – ad oggi – l’unico e vero << antagonismo >> con il “sistema di potere” che, in fin dei conti, rimane intatto e in piedi.
    Sono questi i presupposti politici, con  i conseguenti risvolti sociali,  delle due – uniche – teorizzazioni, ancora in campo,come principio centrale d’uno scontro-confronto che sembra non avere fine.Vuote ed arbirarie elucubrazioni tali nostri convincimenti ? Crediamo di no. Anche perchè ci troviamo, per l’argomento, in compagnia insospettabile. In compagnia, insospettabile, beninteso, per “prova del nove”. E, cioè, per i silenzi sulla nuova << piattaforma >> – di ritorno a Forza Italia – che, nel corso dell’ultima riunione del consiglio nazionale dell’ex PdL ( per il mancato coagulo nel “partito unico del centrodestra” ) , pubblicizzato – dai media – solo per le vicende interne e la mini scissione che ha portato al gruppuscolo di “nuovo centrodestra” ( sic ), può così sintetizzarsi : rinnovata denuncia d’uno Stato illiberale, trascinato – per autoconservarsi, così com’è, – verso una “deriva liberticida”, l’esigenza di revisione dei trattati – europei – iniqui, l’esistenza d’una economia “pesante e non competitiva” a motivo di disparità derivanti dalla “concorrenza globalizzata”, una non funzione della Bce – titolare dell’euro ( ma non proprietaria ) di indipendenza dal cosiddetto << signoraggio >> e, non per ultimo, l’acquiescenza – implicita a “governi imposti” – verso la << locomotiva tedesca >> e la crisi che ne deriva.Tutto ciò, come per atti probatori, può evincersi dall’intervento che, in quella occasione, pronunciò Berlusconi.
    L’apparato di regime, dunque, è anch’esso in evidente crisi. Ma perchè è in crisi ? Perchè  << comprime e trattiene ogni rivendicazione ( normativa-sociale ) >> ? perchè << comprime i diritti acquisiti >> (e maturati per  il << pregresso >> ) ? perchè  << distrugge ( fiscalmente ) il ceto medio ( quale ) punto di riferimento >> ? per la << surrettizia ( ad esempio : con la “patrimoniale-casa” – mascherata ) espropriazione del diritto alla ( e non della ) proprietà >> ? per << l’esasperato processo di egualitarismo ( a livello in basso ) >> ?
    A nostro avviso, chi ragiona in tal senso, è stesso in crisi. Non si accorge di essere uno dei famosi polli di Renzo : nel registrare i soli effetti e non la causa, perciò, dell’inarrestabile << crisi >> . Il regime è in crisi, com’è per la crisi in atto, per ragioni, diremo fisiopatologiche. E’ crisi perchè o ci si trasforma o si è destinati a mordersi la coda.E’ il bivio, ormai ineludibile, difronte al quale si trova – principalmente – la nostra società. E lo stallo, perpetuo, il << mordersi la coda >>, si supera o imboccando – purtroppo –  la definitiva resa ad una sorta di innaturale << statolatria >< ( senza più lo << stato sociale >> ), dispensatrice di “pane e acqua” in misura eguale per tutti, o imboccando – al contrario ( cosa in cui crediamo )- la strada della << liberazione >> nella quale – nessuno lasciato solo – però a ciascuno  secondo la qualità e la capacità.
    Queste sono le ragioni, e ragioni storico-politiche, dell’attuale crisi in Italia.E in tali ragioni, comuni – per ora – un poco a tutti,  per responsabilità diretta o indiretta,  sono da ricercarsi le radici dell’attuale stanchezza – e arrendovolezza – dei cittadini e del  << declinare crescendo >> nel quale si trovano immerse, senza una via di scampo, tutte le organizzazionui di regime e tutte quelle opposte che tardano – definitivamente – a tirarsene fuori.Perchè il tollerare, ulteriormente, il residuo << simulacro >> d’uno Stato, delegato – esclusivamente – alla gestione di parametri monetaristici, e per “conti in ordine”, etc., significherebbe compiere un crimine, non tanto verso noi stessi, quanto in danno di chi ci segue – o seguirà – come i nostri figli, e nipoti, ai quali – già uno su due – si nega il diritto ad una dignitosa esistenza, al lavoro << faber fortunae suae >> , a una famiglia e ad una casa.
    Tutto ciò detto, per avere preso la parola, senza chiedere permesso, considerando e riconsideranno, per prima lasciamo – volentieri – alla demenza collettiva il credere, dietro l’ondata mediatico – giudiziaria ( che non si sazia e che non si arresta ), che Silvio Berlusconi si sia nutrito – e si nutra –  di infamità; cui resta solo da aggiungersi : il “ladro di polli”, lo scippo e lo spaccio nonchè il “borseggio con destrezza” ( a prescindere, e irrilevante, da chi sostenga – o meno –  che abbia “prestato il fianco” alle sistematiche e proditorie aggressioni ). E, immediatamente dopo, per rimarcare che l’uomo – comunque sia – in solo otto anni di premierato, sui venti che si pubblicizzano per falsa attribuzione, ha operato come bene e meglio potuto.
    Ma ci attendiamo che, approssimandosi il ventennale – questo sì – della sua discesa in campo, nulla di meramente, e semplicemente, “celebrativo” – fine a sè stesso – occupi la doverosa, e pur necessaria,  la solenne << ribalta >>; il tempo della tattica del rinvio e della strategia di mediazioni ( da parte dei troppi consiglieri – in “consigliori” – come suggerimento solo al guadagnarsi il tempo, occorrente, ad affrontare l’inevitabile  << madre di tutte le battaglie >> , in veritò, non regge più ); il tempo, se non scaduto, sta per scadere : porsi “fuori dal guado”, necesse ! Occorre un nuovo << predellino >> che, se con Silvio Berlusconi – come e per << unica bandiera >> – , di certo non per sua propria volontà, è – ancora e per fortuna – una risorsa fondamentale; dato che, come risulta, più di un << delfino >> s’è sottratto al gravoso “passaggio del testimone”, vuoi per rinuncia o per incapacità, essendo noto che “chi il coraggio non ce l’ha, non se lo può dare”.
    Parliamo di un nuovo << predellino>> , stavolta non per meglio tentare di diversamente “riposizionarsi” ma per rivolgersi, senza più “filtri”, direttamente a tutti coloro che, ancora, confidano in una azione – finale – di rivincita popolare sulle << nomenklature >> . Lo si fa, in primis, con l’inverare – fuori da ogni “sospensiva”, motivata, o meno,- le pronunce, ultime, e aggiornate, di Berlusconi e che riguardano Europa, euro, i governi, etc. ; inchiodando la controparte storica del << blocco innovatore >> all’accettazione della ripulsa di ogni forma di “reciproca deleggittimazione”; prosciugando l’acqua in cui nuota il pesce del neo – qualunquismo ( oggi, partorito in rete, e “sbarcato in parlamento” ) onde accorciare i “tempi dell’equivoco” ( per il passato, come per il presente, ogni – e un qualsiasi –   << qualunquismo >> , seppure motivato dalla giusta protesta, viene – poi – metabolizzato dal << sistema >> , e destinato – comunque sia – a “sciogliersi come neve al sole” ).
    E’ maturato il tempo, infatti, dell’appello – diretto a quella buona parte di italiani che, di diversa “coloratura” e di varia << appartenenza >> , concordano per la << rifondazione dello Stato >> e con l’impegno ad  ”andare oltre”  poichè da superarsi la stessa << vexata quaestio >> sul riformismo, a riguardo di proposte per la revisione costituzionale e per nuove leggi elettorali, che – giunti a questo punto – limitano, in sostanza, al “maquillage” per rendere( più ) presentabile solo l’ << esistente >> .
    L’appello a tutti coloro che, in mancanza, non solo “stazionerebbero” nell’astensione ma verrebbero spinti – una vera iattura – in area, definitivamente, delle preziose energie che convergerebbero nell’ << appartarsi >>.
presidente Associazione Culturalsociale “Azimut” – Napoli

[ EDITORIALE – TRATTO DA NOSTRO ULTIMO SERVIZIO, IN RETE ]

// home

Latest Post

ITALIA-CALABRIA-COSENZA LA CRONACA CHE SI FA STORIA FORZA ITALIA ANNI-90 E UNIONE BRUZIA -1970 PER GLI ANNI 2000 E OLTRE

ITALIA-CALABRIA-COSENZA LA CRONACA CHE SI FA STORIA FORZA ITALIA ANNI-90 E UNIONE BRUZIA -1970 PER GLI ANNI 2000 E OLTRE

Inviato da Production Reserved  14 gennaio 2014
1 Vote

ITALIA-CALABRIA-COSENZA. LA CRONACA CHE SI FA STORIA. << FORZA ITALIA ANNI-90 >> E << UNIONE BRUZIA-1970 >> PER GLI << ANNI 2000 >> E OLTRE.

  • DELLA << CAMPANIA (IN)FELIX >> NELL’ITALIA DEL “BLA-BLA-BLA” E LA << “NAPOLI NOBILISSIMA” MA SVENTURATA >> (NARDIELLO E VUONO) ALTRO] (altro…)

 

 Associazione Culturalsociale “Azimut” – Napoli

V I S I T A   I L  S I T O    –  ” A Z I M U T ”  O N L I N E ”  –  L E G G I C I !!!

 ASSOCIAZIONE CULTURALSOCIALE “AZIMUT” – NAPOLI  
 direzione responsabile: presidenza Associazione
 team azimut online:  Fabio Pisaniello webm. adm. des.
 Uff. Stampa Associaz. “Azimut”:   Ferruccio Massimo Vuono 
 
(Arturo Stenio Vuono – presidente di “Azimut” – Napoli)
“AZIMUT” – VIA P. DEL TORTO, 1 – 80131 NAPOLI
TEL. 340. 34 92 379 / FAX: 081.7701332

Lascia un commento