RITORNEREMO ! ! !
Archivio Secolo d’Italia
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Un percorso lungo mezzo secolo. La storia di un popolo, di una comunità e di un partito. Il prossimo 20 ottobre, a settant’anni dalla nascita del Msi, nella storica sede di via della Scrofa si aprirà una mostra per ricordare quell’esperienza. Mutuando un celebre slogan di Giorgio Almirante, si intitola “Nostalgia dell’avvenire”. Sarà l’autobiografia collettiva di un movimento. Una vicenda italiana spesso dimenticata. Tra manifesti e volantini, vecchie fotografie e riviste, i visitatori potranno ripercorrere quell’avventura. Una storia durata fino al 1994 e alla nascita di Alleanza Nazionale, in cui «si riconobbero migliaia, anzi milioni d’Italiani, per decine d’anni – spiega il presidente della Fondazione Alleanza Nazionale Franco Mugnai – Passarono da quelle sezioni, da quelle piazze tricolore, migliaia di studenti e lavoratori, militanti di un partito che volle chiamarsi movimento per distinguersi dalla partitocrazia». L’iniziativa è stata ideata da Marcello Veneziani, presidente del comitato scientifico della Fondazione AN, e curata dallo storico Giuseppe Parlato.
Ma chi erano i missini? La mostra può aiutare a capire un storia ancora poco conosciuta. Cosa spingeva un ragazzo a frequentare quelle sezioni? «Non aveva vantaggi personali o politici né riconoscimenti – scrive Veneziani – Lo facevano sentire un esule in patria, un alieno o perlomeno uno che aveva sbagliato epoca. Il missino doveva destreggiarsi tra divieti mentali e a volte persino legali, marchiato d’infamia in una cittadella assediata, emarginato, dalla parte del torto…». E forse è per questo che così forte era il senso di comunità. «Quella comunità di amanti per l’Italia non ricambiati, quella minoranza in disparte coi loro ideali, i loro sentimenti, la loro rabbia». Eppure furono tanti. In mezzo secolo di storia quasi tre generazioni di militanti. «Che votarono la fiamma, frequentarono le sezioni, parteciparono a cortei e comizi di piazza, affissero manifesti, diffusero giornali e volantini, condivisero quei canti e quei simboli, rischiarono la vita per la loro oscena passione ideale».
La mostra si snoda tra diverse sezioni. Un filo logico percorre le tappe storiche: la nascita del movimento, fondato negli ultimi giorni del 1946, le segreterie di Almirante, De Marsanich, Michelini, Fini e Rauti. Non mancano passaggi tematici, non meno importanti. I giovani, ad esempio. È un aspetto centrale per comprendere la storia del movimento. Fronte della Gioventù, Fuan, Giovane Italia. Decine di sigle e migliaia di iniziative. Dalle prime manifestazioni contro il tradimento dell’8 settembre fino ai campi Hobbit, la realtà giovanile missina «ha rappresentato un mondo irrequieto e stimolante, non sempre gestibile dai vertici, soprattutto nelle sue espressioni più eretiche». E poi tre luoghi, Trieste, Alto Adige, Reggio Calabria, simbolo delle lotte degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta. Una sezione è dedicata alla riforma istituzionale e alla questione morale. Senza dimenticare i temi legati al lavoro e al sindacato.
Tutte le fotografie sono tratte dall’archivio del Secolo d’Italia
Arturo Stenio Vuono
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quella “nostalgia dell’avvenire” verso il … – Associazione Azimut
27 dic 2015 – QUELLA “NOSTALGIA DELL’AVVENIRE” VERSO IL SETTANTENNIO DI NASCITA DEL MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO ( anteprima di web …
Arturo Stenio Vuono : QUANDO CI SI ACCORGE DI TROVARSI SUL “VIALE DEL BEL TRAMONTO”… IL PENSIERO CI PORTA A QUEGLI ENTUSIASMANTI ANNI SESSANTA, IN PIENA E GENEROSA GIOVINEZZA, AUTENTICAMENTE MILITANTE, DELLE NOTTI CAPITOLINE : era buona la bevuta della “birra nera alsaziana”, portata in stivali di vetro ( litri due ), nel locale alle spalle di piazza Colonna – prima che ci si portasse alla fontana di Trevi – , oppure – in alternativa – si optava per le speciali “bruschette universitarie” presso “Meo Patacca” a Trastevere ( ascoltando musica e ballando, era di casa, allora, la “new roman jazz band” ) ; le “frequentazioni”, più strettamente politiche, “pendolavano” tra: vicoletto del Pantheon ( pure con l’appendice, nel sottostante locale del palazzo, per l’immancabile pizza …) , via degli Scipioni, piazza del Risorgimento e Via Domenico Fontana…etc., etc., etc. ( erano tutte – come si diceva – “sedi extraparlamentari”… ); tra via delle IV Fontane, via Sommacampagna, etc., e la facoltà universitaria di piazzetta della Fontanella Borghese, etc., in “luoghi ortodossi” – come si diceva – della destra missina; all’Istituto di Cultura Austriaco in Italia, in conferenze con il buffet di “crauti al senape” ( in via dei Parioli ) ; pure in via Rovereto (per lavoro – presso studio legale – in modo da “arrotondare”) e, parimenti, in via dei Taurini ( alla tipografia – in locale piano terra della direzione e redazione del giornale – per integrare: come correttore di bozze ) , etc.; e potremmo continuare ( quanti splendidi ricordi… ) . La nostra gioventù!ALTRI UOMINI – ALTRI TEMPI ! ! ! – VISITA IL SITO – BLOG :
AMARCORD: “NOSTALGIA DELL’AVVENIRE”; … “L’UOMO CHE VIDE …
10 mar 2012 – [ “Azimut-NewsLetter: domenica, 11 marzo 2012 ] [ puoi – anche … March 10, 2012 – AMARCORD : < NOSTALGIA DELL’AVVENIRE > ;
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“PLANANDO SOPRA BOSCHI DI BRACCIA TESE” – EDITORIALE MARZO 2016 Arturo Stenio Vuono – https://azimutassociazione.wordpress.com – PER LA POLITICA CHE VOLA ALTA OCCORRE SEMPRE AVERE UN SOGNO — Quando, tra i tanti progetti per il futuribile, Giuseppe Tatarella indicò come l’obiettivo principe la federazione dell’area vasta, alternativa alla sinistra – da sempre maggioritaria ma mai maggioranza elettorale -, non si sbagliava; oggi più che mai la sua antica prospettiva è di estrema attualità. Occorre sempre avere un sogno, certo che sì. — Fatto il lavoro sporco, segnatamente per gli anni dalla fine del 2011 ad oggi, i solerti picconatori all’interno, e all’esterno, del centrodestra – con l’avallo dell’apparato istituzionale e dei soliti noti poteri forti – devono iniziare daccapo.Proprio così. — La loro combinata alternativa allo schema bipolare, destra-centro e sinistra-centro, non s’è in effetti ancora concretizzata; apparentemente l’indotta diaspora della destra, la provocata autoliquidazione dell’ex PdL – come partito unico del centrodestra – , l’estromissione di Silvio Berlusconi dall’agone parlamentare, può far credere il contrario. Resta certo perciò, oggettivamente, che all’attuale spaccottamento della riva destra non ancora si riesce a consolidare – come compatta ed egemone – quella di sinistra-imposta; e la consentita opposizione di sua maestà del sodalizio di “Casaleggio” & “Grillo” con il codazzo a cinque stelle;il tutto non funziona, arranca e non sfonda. — Al tradizionale e innovatore schema bipolare, non è subentrato definitivamente , e irreversibilmente, lo schema autorizzato del Renzi designato e del Grillo ratificato; la maggioranza degli abusivi è in difficoltà e la cosiddetta rivoluzione in rete non ha sortito il risultato, almeno fino ad oggi, di metabolizzazione della protesta.La gente per bene, nell’interesse dell’Italia intera, prima o poi ritornerà a schierarsi; e il fuoco cova sotto la cenere. — Detto ciò, veniamo all’attuale ed è pacifico che democrat e grillini sono pesci che nuotano nell’acqua della democrazia di minoranza e che si nutrono di astensionismo; sulla metà dei cittadini, iscritti nelle liste elettorali, decisi al voto per ogni competizione tripolare – entrambi – contano sul vantaggio di potersi guadagnare il ballottaggio.A parte che i loro vertici, nell’implicito gioco delle parti – in cui vuoi o non vuoi sono coinvolti -, non vanno oltre lo scontato scontro parlamentare, gli italyoti che ne votano i simboli hanno, in gran parte, un comune orientamento ovverosia confluire, al secondo turno, su chi dei due ha prevalso onde battere, comunque sia, l’eventuale terzo incomodo. — Uno scenario dal quale sembra non si possa uscire e per il quale s’è costruito il meccanismo della neo legge elettorale, il cosiddetto italicum ovvero il tirannicum, ; troppo semplice si dirà, se non fosse che quanto da noi prospettato è soltanto il “Piano B” di riserva e di ripiegamento; c’è, ovviamente, dell’altro – un “Piano A” per il “Partito della Nazione” – e si chiama riedizione di quella ex balena bianca che abbiamo già conosciuto, un blocco centrale e di presunti moderati che parli a destra per guardare a sinistra;contrariamente a quel che si pensi, con buona pace dei voltagabbana – puttani – trasformisti, dei maramaldi del puntello e del soccorso e del loro “Berlusconi – uomo finito” , un tale partito unico, oltre il 40% e che governi il delineato sistema monocamerale, e con un senato di consulenti – consigliori, difficile che possa costruirsi; se non impossibile che vi si possa contrapporre, anche se solo elettoralmente e per occasioni contingenti, un fronte variegato del dissenso di elettori del M5S, Lega, euroscettici e nostrani lepenisti; allo stato solo ipotesi di fantapolitica. E noi ? — Occorre, per l’appunto, avere sempre un sogno; certo che sì. — Intanto la disintegrazione del centrodestra, se non rimossa, coincide – come i fatti dimostrano – con quella della nazione; l’antiberlusconismo che vagheggia l’ultimo colpo di grazia, per il “vituperato cavaliere” , ove non scongiurato, coinciderà solo e soltanto con un cupio dissolvi del paese. Berlusconi, cui – in più occasioni – non abbiamo lesinato di critiche ma corrette e costruttive, resta sempre un lungimirante, un generoso e un patriota ed è il solo “nemico pubblico numero uno” per il verminaio – politicamente immondo – che ci (s)governa. Per fortuna, nonostante il logorio – stanchezza – tradimenti -, a tutt’oggi, non ha sgombrato il campo; dato e considerato che in verità più successori designati. e delfini indicati, hanno – nel tempo – rifiutato il gravame antisistema e preferito il “colui che per viltà fece il gran rifiuto”; ma come ben sappiamo chi il coraggio con ce l’ha, non se lo può dare. Tant’è che resta l’unico non salvaguardato, alla gogna mediatica per l’esclusiva dell’applicazione della “legge Severino” e di montate inchieste da “vizi privati e pubbliche virtù”, appeso sempre all’arcinoto e presunto conflitto di interessi. Tutti, tutti gli altri – per carità – duri e puri, puliti ed immacolato. — Pinuccio ci diceva che per la Politica che vola alta occorre sempre avere un sogno, La lezione di Tatarella impone la ricomposizione più che mai dell’area vasta, una coalizione ariosa e, per l’oggi, rispettosa delle diverse sensibilità;di collegamento delle autonomie disponibili ed aperta a tutti i cofondatori disponibili alla sottoscrizione del nuovo patto. L’alleanza, anche se limitata e in embrione, c’è già; e non si comprende l’autolesionismo di discordanze, inspiegabili, tra Forza Italia e Lega – Fratelli d’Italia la cui unione in lista unica, seppure in presenza dell’avvenuta disarticolazione dell’ex centrodestra, risulta competitiva quanto a tutti gli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto per le prossime amministrative; non solo idonea a competere ma in grado potenzialmente di superare il primo turno. — E non solo. Aprirsi ancora ad altre alleati, ridare nuovamente una ragione a coloro che non votano di schierarsi, superando la giustificatissima astensione, si deve e si può; significa irrompere sul campo e puntare al massimo dei risultati che vanificherebbe, e il disegno opposto di esclusione dai ballottaggi, e di impedire l’eventualità del prevalere già in prima battuta, superando il 40% dei consensi. Difficile ma non impossibile.[ tratto da anteprima di web : IL NO DEI POPOLI BATTERA’ L’OLIGARCHIA ( VINCENZO NARDIELLO SUL “ROMA” ) E ALTRE NOTIZIE [ “AZIMUT-NEWSLETTER” : 9 OTT. ’16 ] – servizio tra breve in rete EDITORIALE MARZO 2016]
QUANDO PINUCCIO CI DICEVA CHE PER LA POLITICA CHE VOLA …
26 mar 2016 – QUANDO PINUCCIO CI DICEVA CHE PER LA POLITICA CHE VOLA ALTA OCCORRE … [ “AZIMUT-NEWSLETTER : 19 MARZO 2016 ].